Approccio e Metodo
Ogni impresa ha una sua storia, una struttura, delle persone e una direzione più o meno chiara verso cui si muove. Non esistono soluzioni universali, così come non esistono modelli di successo replicabili senza adattamento. Per questo il mio approccio parte da un principio essenziale: capire prima di agire.
Accompagno micro e piccole imprese italiane in percorsi di consulenza strategica e finanziaria che coniugano rigore metodologico, concretezza operativa e attenzione alla dimensione umana dell’organizzazione. Lavoro fianco a fianco con l’imprenditore, non come fornitore di soluzioni preconfezionate, ma come alleato di fiducia nella costruzione di un futuro più sostenibile, coerente e redditizio.
Il metodo che utilizzo si sviluppa in cinque fasi:
1. Incontro conoscitivo
Un colloquio riservato, senza impegno, per comprendere se esistono le condizioni per attivare un percorso di consulenza strategica personalizzata, concreta e sostenibile nel tempo.
Ogni consulenza strategica inizia con un colloquio riservato e non vincolante con l’imprenditore, finalizzato a comprendere la realtà aziendale, le sue criticità e i suoi obiettivi dichiarati o impliciti. Questo incontro è uno spazio dedicato al confronto aperto, in cui si valuta la reale fattibilità di un percorso di consulenza strategica.
L'obiettivo non è "vendere un servizio", ma costruire una relazione professionale fondata sulla fiducia e sulla compatibilità di visione. Durante il colloquio vengono analizzati:
- il contesto settoriale e geografico in cui opera l’impresa,
- le dimensioni organizzative ed economiche,
- le aspettative dell’imprenditore e il suo stile di leadership,
- eventuali urgenze o criticità da risolvere.
A partire da questa base, si decide se esistono i presupposti per avviare un percorso serio, sostenibile e con valore aggiunto reale, definendo obiettivi condivisi e una prima ipotesi di roadmap.
2. Ascolto attivo e analisi del contesto
Tutto inizia da un dialogo profondo
Il cuore dell’approccio è la capacità di ascoltare oltre i numeri. Prima di ogni analisi tecnica, dedico tempo all'osservazione della cultura aziendale, delle relazioni interne, dei processi decisionali e del contesto umano in cui l’impresa si muove.
Questa fase ha l’obiettivo di costruire una mappa della realtà aziendale che tenga conto non solo degli elementi contabili e finanziari, ma anche:
- della storia imprenditoriale e delle sue tappe evolutive,
- delle motivazioni e dei valori che guidano le scelte del titolare o della governance familiare,
- del modo in cui si lavora, si prende decisioni, si affrontano i problemi.
Utilizzo strumenti come interviste strutturate, questionari di autoanalisi, raccolta di documenti e osservazione partecipata, per ottenere una fotografia fedele dell’azienda. Questo approccio mi consente di individuare le aree di forza già presenti, ma anche le zone grigie o i punti ciechi che spesso ostacolano lo sviluppo.
3. Diagnosi strategica e modelli operativi
Analizzo i numeri e le dinamiche aziendali
Una volta raccolti i dati qualitativi e quantitativi, si procede con una diagnosi strategica dettagliata, che mira a far emergere coerenze e incoerenze tra visione, risorse, attività e risultati.
Utilizzo strumenti di comprovata efficacia come:
- SWOT Analysis, per identificare punti di forza, debolezza, opportunità e minacce,
- Business Model Canvas, per rappresentare graficamente la struttura del valore dell’impresa,
- Catena del Valore di Porter, per analizzare i processi primari e di supporto,
- Analisi dei margini, per verificare la redditività reale di prodotti, clienti e canali,
- Segmentazione e Clock di Bowman, per posizionare correttamente l’offerta nel mercato.
La diagnosi strategica non si limita a un report tecnico: è uno strumento di riflessione e di dialogo. L’imprenditore, grazie a questa fase, inizia a vedere l’impresa da un altro punto di vista, più lucido, distaccato e orientato alle scelte di medio-lungo periodo.
4. Co-progettazione del piano di sviluppo
Costruiamo insieme un piano strategico
Una volta chiariti i punti critici e le potenzialità, inizia la fase più creativa e trasformativa: la co-progettazione del piano strategico. Non offro soluzioni preconfezionate: il piano nasce dal confronto, dalla valorizzazione delle risorse esistenti e dall’individuazione di scelte realistiche.
Il lavoro prevede:
- la definizione di obiettivi strategici e operativi, misurabili e coerenti con la capacità economico-finanziaria dell’impresa;
- la costruzione di un cruscotto di indicatori (KPI) per monitorare i risultati;
- l’identificazione delle azioni prioritarie, con tempi, responsabilità, risorse e impatti attesi;
- la definizione di una governance del cambiamento, per favorire il coinvolgimento delle persone e la sostenibilità organizzativa delle scelte.
L’approccio è sartoriale: ogni piano viene modellato sull’impresa, tenendo conto delle sue reali condizioni di partenza, delle competenze interne, del clima aziendale e della disponibilità al cambiamento. L’obiettivo non è “fare strategia”, ma trasformare la strategia in pratica concreta.
5. Affiancamento continuo e monitoraggio
Ti accompagno nel tempo
Il valore di un piano strategico si misura nel tempo. Per questo motivo, l’ultima fase del metodo prevede un accompagnamento attivo e costante, che supporta l’imprenditore nell'attuazione delle azioni previste e nel monitoraggio dei risultati.
Questa fase può includere:
- verifiche mensili o trimestrali con analisi degli scostamenti,
- riunioni operative con i collaboratori, per allineare tutti sulle priorità strategiche,
- supporto nella rendicontazione dei risultati verso soggetti terzi (banche, soci, enti),
- revisione e aggiornamento del piano in base a eventi imprevisti o nuove opportunità.
L’accompagnamento non è solo tecnico: è anche umano. Significa presidiare la motivazione, la coerenza interna e la visione d’insieme. Una strategia, per essere efficace, ha bisogno di essere vissuta, compresa e adattata. Il mio ruolo, in questa fase, è quello di consulente, facilitatore e punto di riferimento fidato.