Il Metodo: dal disordine alla direzione

come la riclassificazione per indici e il Turnaround Management guidano il risanamento

Quando un’impresa entra in crisi, la prima reazione dell’imprenditore è spesso emotiva: cercare di “fare qualcosa” per fermare il declino.
Tagliare costi, sollecitare clienti, chiedere fidi in banca.
Ma la verità è che, senza un’analisi chiara delle cause, ogni intervento rischia di essere istintivo e inefficace.

La crisi non si risolve “facendo di più”, ma capendo dove si è perso l’equilibrio e costruendo un piano per ritrovarlo. In questa fase, due strumenti diventano fondamentali:
la riclassificazione per indici e il modello di Turnaround Management.

  1. La crisi è una perdita di equilibrio

Ogni impresa vive in equilibrio tra tre dimensioni: economica, finanziaria e patrimoniale.
Quando una di queste si rompe, l’azienda entra in tensione.
Se non si interviene subito, la crisi si propaga alle altre aree, fino a compromettere la sopravvivenza dell’impresa.

Per capire dove intervenire, serve trasformare i dati contabili — spesso incomprensibili per chi non è del mestiere — in informazioni gestionali.
È qui che entra in gioco la riclassificazione del bilancio.

  1. Riclassificare per capire

Il bilancio civilistico serve al fisco e ai revisori.
Ma per capire come sta realmente andando l’impresa, bisogna riclassificare.

La riclassificazione è una rielaborazione tecnica che trasforma il bilancio d’esercizio in uno schema di lettura economico-finanziario.
Permette di calcolare indici e margini fondamentali come:

  • Margine operativo lordo (EBITDA) – misura la capacità di generare reddito operativo;
  • ROI e ROS – misurano la redditività dell’impresa;
  • DSCR (Debt Service Coverage Ratio) – misura la capacità di sostenere il debito con i flussi di cassa;
  • PFN/EBITDA – misura l’indebitamento finanziario rispetto alla redditività operativa;
  • Rotazione del magazzino e dei crediti – misura l’efficienza nella gestione del capitale circolante.

Questi indici non sono teoria: raccontano in modo oggettivo cosa sta davvero accadendo.
Spesso bastano poche tabelle per far emergere squilibri che l’imprenditore percepiva ma non sapeva spiegare.

  1. Dal dato al piano: il modello di Turnaround Management

Una volta compresa la natura della crisi, serve un metodo per affrontarla.
Il Turnaround Management è il modello di riferimento internazionale per gestire il risanamento aziendale.
È composto da quattro fasi principali, che rappresentano un percorso tecnico ma anche umano di ripresa:

🔍 Diagnosi

Si analizzano le cause della crisi: inefficienze interne, struttura dei costi, politiche di prezzo, squilibri finanziari, o scelte strategiche errate.
Obiettivo: distinguere i sintomi (perdita, debito, tensione) dalle cause reali (modello di business non sostenibile, costi rigidi, governance inefficace).

🧱 Stabilizzazione

Si mettono in sicurezza le aree vitali:
– riduzione immediata dei costi non produttivi,
– gestione attiva della liquidità,
– rinegoziazione del debito con banche e fornitori.
Serve tempo e respiro per costruire la fase successiva.

📈 Rilancio operativo

Una volta ripristinato l’equilibrio, si lavora sul modello di business:
nuova offerta, nuovi canali, miglioramento dei margini, revisione dell’organizzazione.
È qui che torna utile il Business Model Canvas per ripensare la struttura di valore.

🧭 Controllo e monitoraggio

Il risanamento non è un evento, ma un processo.
Serve una Balanced Scorecard semplificata per monitorare costantemente obiettivi, indicatori e risultati.

  1. La differenza tra ristrutturazione e rilancio

Molte imprese si fermano alla fase di “ristrutturazione finanziaria”: tagliano debiti, ottengono moratorie, rinegoziano prestiti.
Ma senza una strategia di rilancio, dopo poco la crisi si ripresenta.

Il vero successo del Turnaround è la ricostruzione di un modello di business sostenibile, non solo la sistemazione temporanea dei conti.
Come dico spesso ai miei clienti:

“Il risanamento è un ponte: serve per attraversare il fiume, non per restarci sopra.”

  1. Il valore umano del metodo

Dietro ogni piano di risanamento ci sono persone che hanno vissuto mesi di ansia, incertezza e pressione.
Per questo, la strategia umanistica è parte integrante del processo:
ascoltare, ricostruire fiducia, ridare senso al progetto imprenditoriale.

Un piano tecnico senza condivisione non funziona: l’imprenditore deve tornare a credere nella possibilità di risollevarsi.
Solo così il risanamento diventa una rinascita, non una sopravvivenza.

Ogni crisi ha una logica, e ogni logica può essere ricostruita.
Serve analisi, metodo e visione: la riclassificazione per capire, il Turnaround per agire.
La prima restituisce consapevolezza, il secondo restituisce direzione.

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