Il Caso: apertura di un nuovo negozio
Da un negozio a due: la crescita ordinata di un’impresa che ha scelto la pianificazione prima dell’espansione

Aprire un secondo punto vendita è il sogno di molti imprenditori: più visibilità, più clienti, più fatturato.
Ma può diventare un incubo se non viene pianificato con metodo.
In questo articolo racconto il caso (ispirato a situazioni reali) di una piccola impresa familiare del settore arredamento che ha trasformato un’idea ambiziosa in un progetto sostenibile, grazie alla consulenza strategica e alla pianificazione economico-finanziaria.
- Il punto di partenza: un’azienda solida ma sotto pressione
L’impresa, a conduzione familiare, gestiva un punto vendita storico in una città di provincia.
Negli ultimi anni aveva visto crescere il fatturato e aumentare la notorietà del marchio.
Sulla scia di questi risultati, l’imprenditore aveva deciso di aprire una seconda sede in un’area commerciale più moderna, convinto che fosse “il momento giusto per fare il salto”.
Tuttavia, prima di firmare il contratto d’affitto e avviare i lavori, ha voluto confrontarsi con un consulente strategico.
Una decisione che si è rivelata determinante.
- La prima fase: analizzare la sostenibilità della crescita
Durante gli incontri preliminari, l’imprenditore è stato guidato a rispondere a una domanda cruciale:
👉 La crescita è sostenibile sul piano economico, finanziario e organizzativo?
Per rispondere, il consulente ha utilizzato tre strumenti chiave:
- Business Model Canvas, per analizzare come il secondo negozio avrebbe generato valore e quali risorse avrebbe richiesto;
- Analisi dei flussi finanziari e del punto di pareggio, per capire quanto tempo sarebbe servito per coprire i costi iniziali;
- Scenario planning, per simulare tre ipotesi: ottimistica, realistica e prudente.
Dai calcoli è emerso che, con l’attuale capacità finanziaria e i margini medi di vendita, l’apertura sarebbe stata sostenibile solo a determinate condizioni:
– ottimizzazione dei costi fissi,
– revisione dei tempi di incasso e pagamento,
– riduzione delle scorte a rotazione lenta.
- La seconda fase: trasformare l’idea in un piano concreto
Una volta verificata la fattibilità, si è passati alla costruzione del piano di sviluppo.
L’obiettivo non era solo “aprire un nuovo punto vendita”, ma farlo in modo ordinato e coerente con la strategia complessiva.
Il piano comprendeva:
- una proiezione economica e finanziaria triennale;
- la definizione di KPI chiave (margine operativo, rotazione magazzino, tempi di consegna, tasso di conversione clienti);
- una Balanced Scorecard semplificata, per monitorare mensilmente i risultati e il contributo della nuova sede all’equilibrio aziendale.
Questa fase ha permesso di evitare errori tipici come duplicare i costi fissi senza aumentare l’efficienza, o aprire in una zona con bacino d’utenza non coerente con il posizionamento.
- Il risultato: più controllo, meno rischio
Dopo dodici mesi dall’apertura, i risultati sono stati chiari:
- il nuovo punto vendita ha raggiunto il punto di pareggio con tre mesi di anticipo;
- la liquidità aziendale è rimasta stabile, grazie a una pianificazione finanziaria prudente;
- la redditività complessiva è migliorata grazie a una migliore rotazione delle scorte e a un margine medio più alto.
Ma soprattutto, l’imprenditore ha acquisito un nuovo modo di gestire:
non più basato su intuito e urgenze, ma su dati, scenari e verifiche periodiche.
- Le lezioni per ogni imprenditore
Questo caso mostra che la consulenza strategica non è un costo, ma un investimento.
Ha permesso di:
- prevenire rischi di squilibrio finanziario,
- guidare la crescita in modo misurabile,
- rafforzare la solidità economica e organizzativa.
La crescita non è un salto nel vuoto, ma un percorso da pianificare passo dopo passo.
Con gli strumenti giusti e una visione di lungo periodo, anche una piccola impresa può crescere senza snaturarsi, restando fedele ai propri valori e al proprio modo di fare impresa.
Il successo di questa impresa non è stato “fare di più”, ma fare meglio.
Ogni decisione è stata misurata, valutata e coerente con la strategia aziendale.
E la soddisfazione più grande, per l’imprenditore, è stata capire che la vera forza non sta nell’aprire un nuovo negozio, ma nel costruire un modello capace di replicarsi in modo sostenibile.
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